Il buddismo in Thailandia e i monaci

Dato che stai per intraprendere un viaggio in Thailandia, è molto importante che tu abbia un po’ di informazioni sul buddismo. Il buddismo in Thailandia è infatti la religione più importante e professata. Si tratta inoltre della quarta religione più professata in tutto il mondo.

Il buddismo: un po’ di storia

Il buddismo nasce in India. Secondo la tradizione, la sua nascita è legata al principe Siddhartha. Siddhartha visse buona parte della sua vita nel lusso della casa dei suoi genitori, seguendo tutte le regole che gli venivano imposte, dall’educazione al matrimonio. La sua era una vita semplice, agiata, priva di sofferenza.

Non appena ebbe un figlio, Siddhartha cambiò. Decise di abbandonare il suo sfarzoso palazzo per andare in giro tra i villaggi, alla scoperta del mondo. Si rese ben presto conto che la sua vita semplice e agiata non era reale, una vita destinata a pochissime persone. La maggior parte delle persone infatti viveva nella sofferenza e nella malattia, e conosceva purtroppo la morte in giovane età. Così Siddhartha decise di cambiare la sua vita in modo radicale. Si dedicò alla preghiera, alla spiritualità e alla meditazione. Si sottopose a sofferenza e privazioni di vario genere e alla fine raggiunse lo stato di illuminazione, trasformandosi in Buddha.

Al momento dell’illuminazione, il Buddha scoprì le Quattro Nobili Verità, i pilastri su cui il buddismo si basa. Queste verità sono:

  • La vita è sofferenza.
  • La causa di ogni sofferenza deve essere ricercata nella brama, nel desiderio.
  • Eliminando il desiderio dalla propria vita, è possibile eliminare anche la sofferenza.
  • Per eliminare il desiderio, si può percorrere l’Ottuplice Sentiero.

Ecco spiegato il motivo per cui secondo il buddismo è necessario abbandonare i desideri e rinunciare ai beni materiali, accettandosi per ciò che si è e accettando la propria vita per quella che è. Ma qual è questo Ottuplice Sentiero che può condurre all’illuminazione, all’ingresso nello stato di nirvana? Il sentiero si dispiega in questi otto passaggi:

  • Retta visione. È necessario cambiare prospettiva sul mondo e sulla vita, facendo sì che le quattro nobili verità si mostrino in tutto il loro splendore morendo appieno il concetto di causa ed effetto e dando valore alla reale natura dei fenomeni.
  • Retta risoluzione. Avere pensieri che non abbiano a che fare con il desiderio e che siano del tutto privi di crudeltà.
  • Retta parola. Astenersi cioè dalle offese, dalle ingiurie, dalle bugie.
  • Retta azione. Agire sempre in modo virtuoso, seguendo quelli che sono gli impegni presi e i voti, astenendosi dal togliere la vita ad altri esseri viventi, dal prendere ciò che non ci appartiene e dagli eccessi sessuali.
  • Retti mezzi di sussistenza, senza che si vada a creare sofferenza o morte negli altri esseri viventi.
  • Retto sforzo. Stimolare solo la positività e prevenire invece stati mentali negativi.
  • Retta consapevolezza. Restando concentrati sul corpo, sulle sensazioni, sulla mente si ha la possibilità di abbandonare passioni e angoscia. Questa è la meditazione.
  • Retta concentrazione. Mantenendo sempre più alta la concentrazione, si può restare liberi senza avere desideri o bramosia.

L’Ottuplice Sentiero è conosciuto anche con il nome di Via di Mezzo. Prestando attenzione a questi precetti infatti si elimina dalla propria vita ogni forma di eccesso, ogni comportamento estremo. Si vive in equilibrio tra gli opposti. Queste sono le basi del buddhismo che con il passare del tempo Siddhartha riuscì a far conoscere a tutta l’India e che in seguito si diffusero in Corea, in Cina e in ogni altro paese del mondo, diventando oggi una delle religioni più diffuse. Andiamo adesso a scoprire come il buddismo viene vissuto in Thailandia.

Il buddismo in Thailandia

Il buddismo prevede varie tipologie di correnti, versioni cioè della stessa religione. In Thailandia la maggior parte della popolazione, circa infatti il 95%, segue la corrente Theravada che pone grande accento sulla santità della famiglia e dell’amicizia, senza dimenticare ovviamente la solidarietà sociale. È proprio grazie a questi precetti se la società thailandese risulta così armonica, tranquilla.

Secondo i buddisti non esiste un Dio onnipotente, onnipresente e onnisciente che ha il potere di delineare il cammino dei singoli individui. Ogni singolo soggetto infatti ha in mano le redini della propria vita. Siamo noi insomma gli artefici del nostro cammino, del nostro destino.

Il buddismo crede che non esista una sola ed unica vita. Dopo la morte, si torna infatti al mondo. E così ogni individuo colleziona, se ci passate il termine, vite. Il comportamento tenuto nelle vite precedenti costituisce il karma di ogni singolo individuo. Chi è ricco, potente, agiato,secondo i buddisti si è comportato in modo egregio durante le sue vite precedenti e questa è la sua ricompensa. Chi vive invece nella povertà e nella sofferenza, si è comportato nel modo sbagliato, ha commesso degli errori, e ne sta adesso pagando il peso sulle sue spalle.

I monaci buddisti thailandesi

I monaci che puoi incontrare durante il tuo viaggio in Thailandia sono persone che non possono fare alcun tipo di mestiere. Proprio per questo motivo vivono di doni ed elemosine. Incontrando un monaco per strada, noterai infatti che ha una ciotola attaccata alla vita: quella è la ciotola per l’elemosina. Al mattino i monaci sono soliti andare a casa in casa con la loro ciotola tra le mani con la speranza di ricevere un po’ di cibo e qualche donazione.

È facile capire che hai davanti a te un monaco: indossa una tunica di un colore arancione piuttosto acceso e inoltre i suoi capelli, la barba e i baffi sono tagliati accuratamente. I monaci non possono avere chissà che genere di proprietà, proprio perché sono persone che rinunciano ai beni materiali. Possono avere solo un paio di scarpe, un rasoio e un ago. È concesso loro anche essere in possesso di un filtro per l’acqua.

Resterai a bocca aperta per lo stupore nel constatare quanti giovani ragazzi decidono di farsi monaci. In realtà la maggior parte di questi giovani veste i panni del monaco buddista solo per un breve arco di tempo, di solito per circa tre mesi. Si tratta di un’usanza locale: i giovani hanno bisogno di conoscere alla perfezione gli insegnamenti del Buddha, hanno bisogno di farli propri, e devono migliore il loro karma, rendendolo quanto più positivo possibile; per riuscire in questa impresa si fanno monaci subito dopo la scelte superiori o l’università. Solo alcuni tra questi giovani, prendono realmente i voti alla fine di questo periodo. Gli altri tornano alle loro vite, trovano un lavoro, si sposano, mettono su famiglia.

Ma quanti monaci vivono in Thailandia? Secondo recenti stime, sembra che i monaci siano oltre 200.000. La vita monastica che conducono è spartana, frugale e deve seguire delle regole molto rigide. I monaci trascorrono la maggior parte del loro tempo infatti meditando, studiando le scritture e portando avanti alcune mansioni all’interno del tempio. Posso nutrirsi solo prima di mezzogiorno. Durante il resto della giornata, possono solo bere.

I monaci buddisti non possono sposarsi e non possono parlare con una donna. Non possono neanche essere toccati, né sfiorati, da una donna. Se sei una viaggiatrice, ricorda quindi di evitare di sederti accanto ad un monaco sui mezzi pubblici o su una panchina, un atteggiamento questo che potrebbe essere letto infatti in malo modo. Per quanto riguarda i mezzi pubblici comunque, sono presenti dei posti a sedere riservati proprio a manici. Basta prestarvi attenzione e sedersi lontano da questi posti.

Ma i monaci buddisti possono essere solo uomini? Sono presenti in Thailandia alcune donne che hanno deciso di investire tutte le loro energie nella fede buddista. Per il momento però non sono ancora legalmente riconosciute come monaci a tutti gli effetti.

Induismo e spiritualismo in Thailandia

Il buddismo deriva dall’induismo. Con il passare degli anni il buddismo è riuscito a distaccarsi da questa sua base d’origine, ma alcune credenze induiste restano ancora oggi radicate nella cultura thai. Sono soprattutto le cerimonie induiste più importanti a giocare ancora oggi un ruolo fondamentale nella società, come la nascita di un bambino, il matrimonio e il funerale.

Non solo, il buddismo è pervaso anche da alcune credenze animiste e spiritualiste. Sono infatti molte le apparizioni di spiriti, che prendono il nome di phi, di cui i thai parlano. Gli spiriti non sono di per sé cattivi e anzi le loro apparizione devono essere considerata come portatrice di buona fortuna. Se gli spiriti non ricevono offerte e doni però è possibile che provino a causare dolore. Tra le offerte che i thailandesi sono soliti lasciare agli spiriti, il cibo, ma anche fiori e incenso.

Dobbiamo ammettere che queste credenze animiste e spiritualiste sembrano in opposizione con quelli che sono i precetti della religione buddista. Nonostante questo è piuttosto difficile che i thailandesi si lamentino della presenza radicata di queste credenze nella loro cultura.

I wat

I complessi templari buddisti, meglio conosciuti con il nome di wat, sono presenti praticamente in ogni città e villaggio. Nelle città di più grandi dimensioni ne possono essere presenti anche decine e decine.

I wat vivono grazie alle donazioni spontanee dei thailandesi, che credono infatti di poter accelerare in questo modo la strada che conduce all’illuminazione, al nirvana. Non solo, le donazioni ai wat possono anche permettere ad un thailandese di migliorare il proprio status sociale.

I wat sono sempre aperti. I thailandesi infatti non hanno un giorno alla settimana da dedicare alla preghiera né orari prestabilito da seguire. Possono recarsi al wat ogni volta che lo desiderano, per prendere parte alle discussioni religiose con i monaci, per chiedere consigli, per parlare della propria esistenza. I thailandesi si recano sempre al wat per il loro compleanno e di solito anche quando accade qualcosa di positivo nella loro vita. È usanza comune visitare i wat nei giorni di luna piena o nuova.

Se ti trovi in Thailandia, puoi ovviamente andare a visitare i wat che incontri sul tuo cammino. Ricorda che si tratta di luoghi religiosi e sacri. Indossa quindi sempre abiti lunghi, che coprano la maggior parte del tuo corpo. Togli le scarpe se richiesto. Rispetta ogni regola e cerca di mantenere il silenzio.

Nei wat sono presenti innumerevoli rappresentazioni del Buddha ovviamente. Il Buddha può essere rappresentato:

  • Seduto. Il Buddha seduto o assiso è senza dubbio la raffigurazione in assoluto più diffusa. A seconda di come sono posizionate le sue mani, indica un evento ben preciso è importante della sua vita.
  • In piedi. Anche la posizione in piedi o stante è molto diffusa. Rappresenta il Buddha che elargisce benedizioni e che manda via le forze del male.
  • Mentre cammina. La posizione incedente rappresenta il Buddha mentre scende dal paradiso in Terra, ma si tratta di una rappresentazione piuttosto rara. Viene utilizzata soprattutto nella scuola di Sukhothai.
  • Sdraiato. Anche questa è una rappresentazione del Buddha piuttosto rara. La posizione sdraiata o reclinata viene utilizzata soprattutto nel caso di raffigurazioni di grandi dimensioni e per simboleggiare il momento della sua illuminazione.

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